Il manifatturiero in Italia nel biennio 2019-20

Il manifatturiero in Italia nel biennio 2019-20



Quanto accaduto a partire dai primi mesi del 2020 con l’emergenza Covid-19 e le conseguenti misure per il contenimento dei contagi ha portato con sé elementi di imprevedibilità e drammaticità tali da sconvolgere interi sistemi socioeconomici e modificare la percezione della realtà e del rischio ad essa associato da parte dei consumatori.

Tale emergenza ha contribuito ad un indebolimento del sistema produttivo del nostro Paese, provocando una importante contrazione delle performance economiche delle imprese in molteplici settori. Ponendo attenzione al settore manifatturiero, molteplici sono i trend che hanno determinato il nuovo contesto. Da un lato, le misure di lockdown hanno causato l’arresto marcato di grandi filiere, quali quelle del turismo e dei trasporti (es. comparto automotive); dall’altro, l’incremento nella seconda parte del 2020 del settore dell’edilizia, stimolato dagli incentivi promossi a livello governativo, congiuntamente all’incremento della spesa sanitaria legata al contrasto della pandemia e delle spese domestiche hanno in parte trainato la ripresa del sistema manifatturiero.

Analizzando i dati dell’intero comparto manifatturiero italiano*[1], si osserva un calo sia di fatturato che di redditività delle imprese italiane. Nel dettaglio, la pandemia ha provocato un cospicuo rallentamento del settore; a cavallo degli anni 2019 e 2020 si è registrato un decremento pari all’8,1% dei fatturati medi e di circa il 13% della marginalità operativa media (EBITDA margin). Come evidenziato in figura, le piccole imprese (categorie micro e small) hanno registrato la maggiore contrazione: un decremento dei ricavi medi nei due anni pari rispettivamente al -16,9% per le microimprese (>2Mln di fatturato) e del -11,4% per le piccole imprese (2-10 Mln di fatturato). Ancor più marcato è stato il rallentamento della marginalità operativa, pari al -20,7% nel caso delle microimprese (passando da una marginalità media del 9,4% al 7,5%). La battuta di arresto è risultata più contenuta per le medie-grandi imprese. Le prime hanno registrato una contrazione dei fatturati medi pari al -5,7%, mentre le seconde del -6,5%. In termini di marginalità, la pandemia ne ha arrestato l’incremento, senza tuttavia peggiorarne le performance significativamente.

Focalizzando l’analisi sul contesto regionale lombardo (che rappresenta circa il 30% delle imprese afferenti all’intero comparto manifatturiero italiano), le imprese hanno registrato un decremento pari al 9% dei ricavi e di circa 11% della marginalità. Nel dettaglio, le province che hanno registrano la maggiore contrazione in termine di ricavi medi sono Varese (-9,6%), Lecco (-10,8%) e Como (-14,8%). Le imprese manifatturiere presso la provincia di Como hanno registrato nel contempo anche la più grave contrazione in termine di marginalità media nei due anni (-26%), seguite da coloro che sono localizzate nel contesto pavese e milanese. Al contrario, le imprese che hanno evidenziato una contrazione meno marcata sia in termini di ricavi che di marginalità sono Mantova, Lodi e Sondrio. Significativa, anche in questo caso, è la differenza nelle performance tra micro-piccole imprese e medie-grandi imprese.

Cruciale per la ripresa del settore manifatturiero sarà l’andamento dei costi delle materie prime. L’incremento vertiginoso che ha contraddistinto i prezzi di molteplici commodities fa da contraltare alla ripresa del settore industriale avviata nel corso del 2021. L’importante disequilibrio generatosi tra domanda e offerta ha creato forti tensioni sul mercato. Valutando le quotazioni delle principali materie prime nella finestra temporale gennaio 2020-luglio 2021, l’Associazione Italiana Acquisti e Supply Management (ADACI) sottolinea come l’indice delle commodities industriali abbia segnato un +21% su scala europea. Una situazione complessa che ha assistito all’incremento sino al 100% dei prodotti chimici, e ancor più sostanziale quello dei coils laminati a caldo (+54% in UE). Forti rialzi hanno caratterizzato anche il prezzo delle commodities energetiche. In tali circostanze, il grado di resilienza delle organizzazioni, la capacità di sviluppare delle forme di adattamento e di cambiamento in grado di consentire una evoluzione delle attività, anche a fronte di condizioni di mercato instabili e mutevoli, rappresentano i temi più importanti per la ripartenza del tessuto industriale.


[1] Il campione è stato composto con aziende con codici ATECO afferenti al settore manifatturiero. Le elaborazioni hanno considerato le imprese con dati completi sulle dimensioni considerate.

A cura di:
Daniele Piazzalunga
Mattia Cattaneo (Università degli Studi di Bergamo)




17/02/2022